La colazione è autogestita.
Abbiamo tutto il necessaire e ci
ritroviamo in uno degli alloggi a nostra disposizione per farla insieme. Fuori
diluvia, ma il morale è comunque euforico: oggi si arriva a Roma!
È l’ultima tappa di questa nostra
fantastica avventura e non sarà certo la prima pioggia incontrata sul nostro
cammino a crearci il benché minimo fastidio; siamo attrezzati e carichi.
Il tragitto che percorriamo è
poco più di una marcia di avvicinamento al traguardo. Gli occhi che vedo intorno
a me brillano, sono ansiosi e trepidanti di vedere Piazza San Pietro e
nonostante la mattinata ci regali un lungo tratto di sentiero fangoso, privo di
grip, ma molto divertente, la testa è
a quella sporca ultima meta: quelle
centinaia di metri finali che percorriamo con il naso all’insù, rapiti dalla
maestosità della Basilica ed in un attimo, mi passano davanti agli occhi molte
delle immagini vissute in questi giorni e che mi porterò dentro a lungo.
Il resto parla di abbracci, di
foto, di telefonate (tentate, nel mio caso) a qualcuno a cui vuoi bene. E poi bollicine ed un pranzo-merenda.
Trastevere e la cacio e pepe, birra, tovagliette
fritte al profumo di carciofi e coda alla vaccinara al profumo di cacao, birra
e trippa al profumo di mentuccia, birra e tiramisù al profumo di castagna ed io
al profumo di canotta usata e usata e usata. Ci sarà tempo anche per la doccia.
Ora ci meritiamo i profumi
intorno a noi: le strade di Roma, le Guardie Svizzere e la Sacrestia, Trastevere
e Testaccio ed i vicoli che nonostante tutto provano a destarsi con l’imbrunire
di questo sabato di fine ottobre.
E anche la nostra impresa ha un suo profumo gradevole e
che risveglierà ricordi.
Forse ha ragione Angelo, compiamo
questo genere di cose per sconfiggere i nostri demoni, per sfamarli e tenerli
sopiti.
O, chissà, siamo solo animali che
seguono il proprio istinto quanto più è possibile. Quanto più a lungo ci riesce
di farlo.
Sicuramente siamo ispirati e
talvolta ameremmo essere ispiratori.
Ci proviamo, forse. Attraverso l’impegno
(nostro) e la pazienza (non solo nostra), con lo sguardo alto verso l’orizzonte
ed il sorriso stampato sul volto
Perché girls, they wanna have fun, ma anche ai boys il fun piace assai ed alle volte bastano qualche amico, una manciata di biciclette, un sogno e tanti chilometri per raggiungerlo.
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