E questo nonostante quel che
stiamo mirando sia l’anticamera del celebre mare
d’inverno, con gli stabilimenti chiusi, al pari di molte attività ad essi
collegate; qualcuno fa jogging, altri si fanno portare in giro dai cani,
parecchi ciclisti e noi, che ci guardiamo intorno, per assimilare quante più
immagini riusciamo per le nostre dispense invernali, quando avremo neve e
freddo.
La meta del mattino è Lucca, città
che scopro oggi (!) essere splendida. La raggiungiamo dopo aver incrociato
SuperMario Cipollini prima ed un cinghiale poi, entrambi fuggiti lontano da noi
senza regalarci altre soddisfazioni se non quel sussulto quando riconosci un
incontro fuori dal comune.
Piazza dell’Anfiteatro ci riceve nella
sua forma ovale ed in una giornata dal sapore ancora estivo, di cui godiamo temperatura
e luce, consumando un pranzo che ci rimette in sesto e ci dà le giuste energie
per ripartire verso San Gimignano.
Il tempo di un imprevisto,
sobbalzo e spavento, poi qualche risata confortante. Tuttavia, riprendiamo il
viaggio in silenzio lungo una orribile strada asfaltata: concentrazione, solitari
pensieri che vanno e che vengono senza che si riesca a togliersi di dosso
quella tensione che argina la nostra avventura ed il desiderio di essa.
Improvvisamente un cartello “Via
Francigena” ci incanala lungo un percorso off
road finalmente divertente ed emozionante e realizzo che percorrere questo lungo,
lunghissimo viaggio in bici è davvero un ottovolante instabile di forti e contrastanti
emozioni.
Un sentiero poco battuto, una
strada bianca con un orizzonte verde, un borgo storico o la battuta di un
compagno che arriva al momento giusto e la stamina
torna alle stelle, come la chimica che ti droga il cervello: sparisce il
male al 'ulo, le gambe tornano leggere a frullare e ti sembra di far parte
della carovana del Giro d’Italia.
In questo modo la salita di San
Miniato è letteralmente scivolata via, lungo uno sprint non dichiarato, ma
oltremisura stimolante, al termine del quale ci siamo meritati i sorrisi sfolgoranti
della sciura del bar che quasi dovendola pregare ci ha – a suo modo – serviti, allungandoci le crostate richieste.
“La volete con la marmellata di fihi o di albihohhe?”
“Ne prendiamo una e una, grazie”.
Due al cioccolato.
E via andare! Muti!
San Gimignano ci attende.
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