La leggenda del Clan del Brancher - Cap. 14 - Sei un cane malaaatooo.

Domenica 24

..it’s not time to make a change, just relax and take it easy….Cat Stevens culla il mio momento al volante, mentre ci avviciniamo a piccoli passi a casa. La coda nei pressi del confine è un indizio più che palese che le vacanze stanno finendo. E non solo per noi. Il numero di maghrebini di ritorno da casa, verso una loro nuova casa è impressionante.

Il morale tutto sommato è ancora alto, dopotutto ci restano ancora diverse ore da vivere in assetto da battaglia, si può ancora fare bene. The pimp accanto a me cerca invano il bandolo della matassa: abbiamo scelto il nostro check point per un ultimo bagno. Narbonne ci è sembrato un bel nome per una cittadina, ma ha messo a dura prova la nostra pazienza, con infinite deviazioni prima di raggiungere il lungomare. Ed infine eccolo, laggiù. Mi infilo in una viuzzola che alla sua fine sfoggia una luce che solo il mare sa dare ed infatti una volta percorsa è come entrare in paradiso…o almeno spero che l’entrata sia molto simile a questo scorcio tratto da the Truman show. Parcheggio subito il nostro ingombrante mezzo, dal momento che sono eccitato come un mulo, come quasi sempre quando si conduce il brancher in un luogo ritenuto all’altezza della nostra caratura etico-morale. Mi catapulto fuori e non credo ai miei occhi. Non c’è alcun dettaglio fuori posto, non una foglia per terra, non mozziconi di sigarette, neanche la gentile e profumata eredità di un cane. Non vedo macchine parcheggiate in seconda fila, né parcheggiate male a dir il vero. La spiaggia è enorme e neanche a dirlo…perfetta. Sembra rastrellata 30 secondi prima, i trespoli? Perfetti. Mi sento enormemente a disagio, dopo l’ennesima notte di viaggio devo essere quantomeno spettinato. Mi do un’occhiata sotto le ascelle, la maglietta espone fiera due pezze da competizione. Abbasso velocemente le braccia e guardingho osservo intorno a me che nessuno si sia accorto della mia sudata presenza. Alcuni camerieri stanno sistemando il dehors di un bar, decido di approfittarne per un caffè con i componenti del clan svegli. Ed ecco il primo bug del sistema perfetto: un cameriere non più giovanissimo ci viene incontro, ci fa sedere esibendo due braccia ornate da tatuaggi da epoca del titanic, mi stupisco di non intravedere una pin up ed un’ancora, ma il tizio è schifosamente gentile. Gentile nel dirci che il secondo bug del sistema è il nostro ingombrantissimo camper. Si smamma ragazzi. Non possono permettere che anche solo uno di quei cosi enormi mini la perfezione di questo lungomare da cartolina.

Troviamo il nostro angolo di paradiso poco lontano, una spiaggia deliziosa, con sabbia finissima, color senape, un mare estremamente piatto, una barchetta ormeggiata a pochi metri dal bagnasciuga ed un tornado che trasforma i granelli di sabbia in minuscoli proiettili. Una volta sdraiato sul mio poncho, mi trasformo nella mummia, interamente ricoperto da uno strato di sabbia.

E’ ora di andare, bestie. Non ci resta che un ultima tappa.


5 commenti:

Anonimo ha detto...

primaaaaaaaaaaaa!!!grazie per la "bestia"!!!!!!!!!!!!

Anonimo ha detto...

che dire...mi sono letto il racconto tutto d'un fiato...trp forte e ancora di più perchè è qualcosa di vero...e ti si riconosce in ogni tratto della storia...grande feffo!

Spoon of life ha detto...

Quella striscia di paradiso l'hai descritta cosi' bene che mi sono ritrovata a sorridere...
Un abbraccio forte!!!

Anonimo ha detto...

cmq io sono in attesa del tuo primo libro...quale libro? quello che dovresti scrivere...

takajiro ha detto...

alfie - figurati! è sempre un piacere...

alfre - grazie alfre! e se mai accadrà sarai uno dei primi a scoprirlo!

maria - un abbraccio anche a te cara maria!

 

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