La leggenda del Clan del Brancher - Cap. 13 - Per andare dove non conosciamo, andiamo a Sagunto, io l'ho già sentito!

Sabato 23

Mi sveglio solo in branda. Accaldato, sudato. Ad essere sinceri non profumo neanche. Il camper è fermo, ma se guardo fuori quel che vedo non mi è per nulla familiare. Un parcheggio sterrato. A fianco sfrecciano diverse macchine su quella che mi pare una super strada. Esco dal camper, fatico a tenere gli occhi aperti per via del sole, allora decido di indossare gli occhiali da sole e risolvere il mistero. Ci sono due negozi piuttosto squallidi che vendono statue. Sì, statue da giardino direi. Il regno del trash in terracotta è davanti ai miei occhi semichiusi. Avanzo, mi accorgo che c’è un bar e immagino di trovare lì i miei compagni di viaggio: the phantom e  the russian stanno facendo colazione, parlano di fotografia. Nella vetrata guardo il mio riflesso che torna indietro, quel che ne esce è un ritratto davvero terribile, una cresta spettinata disegnata dal cuscino improvvisato, infradito e maglietta sudata. Mi sento un schifo. Ma affamatissimo. Un saluto alla ciurma e colazione servita.

Dopo ore di viaggio sbarchiamo in uno dei posti che porterò sempre dentro: sì, come uno dei posti più schifosi dove sia mai stato! Non ricordo neanche il nome di questo lugubre luogo pochi chilometri più a nord di un porto industriale mostruoso. Abbiamo bisogno di un bagno. Abbiamo bisogno di una doccia, di tornare esseri umani. La città sembra appena sopravvissuta ad un uragano, il camper viaggia dentro due spanne di acqua puzzolente, le strade sono inondate di liquami olezzosi. Immagino siano esplose le fogne. La spiaggia la troviamo, ma non è uno spettacolo migliore…quando mi accorgo che gli unici altri esseri viventi sulla sabbia sono due scarafaggi sul bagnasciuga decido che per me può bastare. Doccia e via.

Si decide tuttavia di cenare in questo posto delizioso e la cena per la verità non è neppure male, nonostante alcuni di noi debbano, ahìloro rinunciare all’agognata paella. La via del ritorno ci aspetta, la partenza si avvicina. Non prima però di aver bevuto una cosa veloce in quel posto, dai…

Ed eccoci catapultati all’interno del ballo delle debuttanti di…beh, ancora non ricordo il nome. Il locale inizialmente semi deserto nel giro di una mezz’ora si popola giovanissimi clienti, invitati ad una festa privata: il compleanno di chissà quale tale. Inutile ammettere l’overdose di adrenalina nelle vene del clan, per il quale la cosa veloce da sorseggiare pianificando il lungo ritorno si trasforma in svariati giri di cocktail ammirando una scena da film. Le ragazzine intorno a noi sono semplicemente deliziose. Avvolte in abiti eleganti o minigonne provocanti, giocano a stuzzicare i loro coetanei, dimostrando però di non disdegnare il gruppetto di stranieri infiltrati tra le note di uno scadente dj ed i servigi di affascinanti bariste. L’atmosfera già più che piacevole si scalda ancor maggiormente, infiammata da decine di consumazioni e da cori per il festeggiato che finalmente si qualifica ai nostri occhi. Le ultime notizie carpite in uno spagnolo approssimativo parlano di una discoteca poco lontana che dalle 4:00 in avanti spalancherà i battenti all’allegra combriccola…pochi sguardi tra la ciurma lasciano intendere la decisione finale. Per noi la serata finisce qui. Inizia la nottata di viaggio verso chissà che luogo. The Pimp ha appena ordinato un whiskey e cola. Tempismo che da sempre lo innalza nell’élite degli sfasati. Bevi che andiamo! 


3 commenti:

Marie Claire ha detto...

...mi sembra di leggere la sceneggiatura di un film, riesco a immaginare tutto...
:-)))

Anonimo ha detto...

belloooooooooooooooooo

takajiro ha detto...

maria chiara - perchè? non c'eri anche tu?!

alfie - grazieeeeeeee

 

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