Purple.

Cazzo quanto mi piace Purple rain. Graffiante e malinconica. Giungo da Marte in calesse, lì dalle mie parti certe cose non capitano o hanno dinamiche differenti. Mi trovo in esilio forzato in questo posto strano, dove le situazioni mi sono oscure, svelate poco alla volta, quasi sempre in modo traumatico, quando proprio non posso più girare intorno alla mole volubile che mi si para davanti. Cerco di resistere alle scosse che il terreno mi scarica di tanto in tanto, ma alle volte è solo un sorriso di facciata. Sporadicamente lo sforzo non vale il gioco e mi rintano in un'inespressione neanche del tutto volontaria. Sono scorato da ciò che mi circonda, perchè vedo infelicità, vuoto ed inquietudine. Vorrei aiutarti. Vorrei prenderti sottobraccio e raccontarti una storia leggera, di quelle che non si raccontano più. Vorrei suonare il mio violino con note tanto serene da piangere, mentre fisso il ghiaccio che si scioglie nel bicchiere. Sei atterrito di fronte all'oscuro senso di cose che criterio forse non devono avere. Pratica fatalità, incontrovertibile incompatibilità. Scalfito dal pensare di dover avere. Un senso, una spiegazione, un sorriso, un drink. Il vuoto è una dimensione. Io ne sono convinto. Una dimensione ad honorem, poiché ne racchiude infinite proprietà ed anche perché sottende un grappolo di sorprese che alienano dall'intorno pieno e vivo. Il vuoto è una dimensione ingombrante e logorante se non lo sai gestire. L'eco che genera non tiene compagnia, è foriera di volubilità e patetiche rivalse. Non riesco a stendermi, mi accartoccio su un fianco, mentre penso che il teatro è sempre aperto e le lezioni sempre in corso. Vorrei serenamente chiedere perché, pur sapendo che le risposte assumerebbero contorni indefiniti. Lasciate che vi abbracci, in me troverete ancora una volta riparo e conforto. Ed un drink che male non fa. In me troverete protezione. In me le note che segneranno la colonna sonora di quell'incontro surreale. In me danzerete, come al gran ballo. Sono il braccio destro di Woland, ogni suo desiderio è un ordine per me, ma i vostri desideri saranno i suoi. Ed io servirò voi. Leale ed irreprensibile. Confidente. Sorrido al vuoto, gli tendo la mano e converso con l'alter ego di questa serata bizzarra. Non tentare di parafrasare ciò che non puoi cogliere, non tentare di leggere tra le righe ciò che non puoi capire. Chiuderò gli occhi e nel lasso di un respiro mi desterò senza ricordare nulla. Solo le cicatrici e gli affanni residui nei miei muscoli mi ricorderanno sorrisi e schiaffi, gli accordi stonati di un altra serata vissuta nel pericoloso baratro che si esibisce tra realtà e leggenda. Tra una maschera e l 'altra.

2 commenti:

Baol ha detto...

La versione di Piero Scamarcio (Alias Emilio Solfrizzi) la conosci?


:D

Annachiara ha detto...

Bello. Molto bello questo post. Non saprei cosa dire d'altro...

 

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