Vertigini.

In pericoloso bilico tra felicità e tristezza, tra ciò che è giusto e ciò che giusto deve essere. Tra ciò che provi, nudo essere umano, senza incredibili virtù e ciò che devi far vedere. Come un quadro alla parete. Che raffigura una scena di giubilo. Ma avrà anche lui una giornata in cui non avrebbe nessuna voglia di mostrarsi gioioso ed allegro. Ma così è. Questo è giusto, o per lo meno spacciano per esserlo. E' così che mi ritrovo in boxer. A petto nudo, con le ante della stanza socchiuse. Dopo un pomeriggio di sbalzi di umore, che pure una sinusoide ne avrebbe le palle piene. E Amy Winehouse ha estratto dal cilindro un album favoloso. Mi piace davvero moltissimo. Una voce calda, un sound avvolgente. Un soul nero che funziona davvero. Colpisce ai fianchi la mia testa, così da rendermi ora malinconicamente pensieroso, ora divertito e carico per aggredire la barra tesa alla porta della camera. In perenne balia di una corrente che mi spinge in mille direzioni, nauseato e stordito. Senza voce, ma non ammaccato. Neanche un graffio. E sfido io, come potrebbero spuntare?! La mia mente vola, come spesso in questi giorni, a lambire realtà lontane, difficili, forse impossibili. Dunque non realtà. Poi una foto arriva. Di nuovo un sorriso smorfia la mia faccia. Una rughetta compare, fedele compagna dei sorrisi. Amy mi sostiene mentre con la mente corro ad ore or sono. Giorni. Rivivo momenti sereni. Ma poi back to black, lei se la canta, io mi contorco dal nervoso, dalla rabbia, felicità e soddisfazione. Come in preda ad allunicazioni, salto da uno stato d'animo ad un altro, equilibrista improvvisato, sono destinato a fare poca strada. Il bivio è migliaia di chilometri alle mie spalle, non resterebbe che proseguire in avanti fiero ed austero. In fondo è solo la mia vita.