Day 1 - I ragazzi sono in giro



Le sensazioni della vigilia sono quanto mai contrastanti. L’eccitazione per l’inconnu è forte. Fortissima. La voglia di partire, tanta.
La mancanza per gli affetti più intimi si fa già sentire; o, più probabilmente, una proiezione della stessa.
E poi c’è quella spada di Damocle che da mesi ormai è uno spettro cupo nelle vite di tutti noi.
E che speriamo resti aggrappata dov'è.
In definitiva, però, si parte.
Il mattino è nuvoloso e l'aria è frizzante; gli ultimi preparativi ed un abbraccio forte alle tre pupe.
Ci sono le foto di rito, il caffè di rito, i settaggi di rito, le dimenticanze di rito, solo la partenza non è di rito, perché la statale è bloccata, da lì non si passa e quindi tocca sorvolare una parte del percorso e raggiungere Chatillon in macchina.
Quando è davvero tutto pronto, ci incoraggiamo con il classico pugnetto e si parte.
La temperatura ha guadagnato qualche grado, ma resta rigida; siamo ben vestiti e motivati ancora di più, non ci accorgiamo quasi di questi 7 gradi sul volto e ci godiamo percorsi molto poco battuti dalle autovetture e - manco a dirlo - per niente da altri ciclisti.
Le strade ed i borghi dell'envers sono già una piacevole scoperta, pur essendo ancora molto vicini a casa ed il Forte di Bard che sbuca tra i viottoli restaurati di fresco di Hone è una sagoma epica, resa poco nitida dal contrasto con il primo tiepido sole.
Poi è il turno del passaggio sotto al voltino di quel che resta della Via delle Gallie, ancora qualche foto e siamo ad Ivrea, dove il brontolio dello stomaco viene sedato e le voglie del palato assecondate, mentre per coronare il tutto con del vino, ci sarà tempo in serata.
Dopo la sosta, è il mio turno in furgone: il sole ormai ha definitivamente vinto la battaglia quotidiana con le nubi, scovo una splendida voce roca e graffiante alla radio, che presenta una scaletta rock che dopa ancor di più il morale; mi fermo in riva al lago, a mirare il riverbero del sole sull'acqua, ricordando volti piacevoli e fratellanza.
Un arrivederci, un caffè, una telefonata e poi pianura a perdita d'occhio.
Il granturco nei campi è maturo
ed ho tanto bisogno di te
la coperta è gelata e l'estate finita,
ma per la notte, c'è ancora tempo.
Prima c'è da rifocillarsi, idratarsi e rilassarsi.
E poi sarà di nuovo marcia.
La nostra personalissima marcia su Roma.



0 commenti:

 

Modulo di contatto

Nome

Email *

Messaggio *