Day 6 – Alti e bassi (umorali e) collinari

Il risveglio a San Gimignano è stata una delle cose migliori che potesse capitarci. 

Con le bici al nostro fianco – per preservare il decoro, ci spiegano – girovaghiamo per le vie di un centro storico incantevole, reso ancor più magico dalla quasi totale assenza di persone, vista l’ora. Dai numerosi punti panoramici, contempliamo colline e vigneti a perdita d’occhio, di un verde ancora brillante, nonostante il periodo e respiriamo a pieni polmoni un’aria frizzante che, nel contrasto con il tepore del sole, genera una leggera foschia laggiù, più in basso sui dolci poggi.

Oggi allentiamo il ritmo. Il percorso pianificato è un pelo più corto del solito, attenzione delle fasi di progettazione dell’itinerario, per permetterci di godere a più bassi giri del prezioso lavoro di madre natura in questa zona e di ciò che la storia ci ha lasciato in dote in questi borghi di origine medievale.

Nelle pause del nostro gironzolare lungo la Via Francigena, riempio il mio virtuale libretto degli appunti con alcuni segnalibri, dedicati ai posti da (ri)vedere con la dovuta dedizione, con il tempo necessario e con le tre pupe. Monteriggioni è uno di questi luoghi, dove perdersi nel tempo di un drink, accomodato nella lucente piazza protetta da queste imponenti mura, sorte su una delle Montegnole Senesi.

Quest’oggi però, bisogna riprendere i nostri cavalli a due ruote, poiché ci aspetta Piazza del Campo – a Siena – per il nostro esclusivo palio pre-pranzo che, tuttavia, sfuma per i motivi di cui sopra, rammentati da due vigili molto…previdenti.

Non mi resta che chiudere gli occhi nel centro di questo luogo e figurarmelo zeppo di gente e adrenalina, colori e segatura e contrade e urla di gioia o di disdetta, nel corso dell’evento che tutta questa città attende due volte all’anno.

Quella di oggi per me è stata una giornata meno facile delle altre: la stanchezza accumulata negli scorsi giorni sembra aver fatto capolino d’improvviso e le gambe sono dure, spossate e poco reattive. Come se ciò non bastasse, due piccoli acciacchi mi provocano dei dolori un po’ invalidanti che trascinano il mio umore all’altezza del battistrada. 

Per fortuna, molto spesso per migliorare le cose è sufficiente aprirsi al mondo che si ha intorno e saper cogliere il sostegno che arriva anche senza averlo necessariamente chiamato. Nel pagare il pranzo, ci consigliano di seguire la vecchia Francigena, ignorando le indicazioni più recenti, perché più bella.

Beh, non senza qualche iniziale indecisione, riusciamo ad individuare l’imbocco di questo vecchio sentiero che ci apre ad un cammino su strade bianche a tratti commovente nella sua bellezza deflagrante e magnetica, tra saliscendi continui, campi arati, muri di cipressi che scortano verso sporadiche deviazioni e qualche cascina ed il sole che gioca con le nuvole.

Ecco, ho spesso sentito parlare di buen retiro, ma mai come in questi luoghi sono stato in grado di comprendere cosa realmente possa voler dire.



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