Dai le carte, va!


Che gli anni passano, di mio non me ne accorgo un granché. Certo, i capelli bianchi ci sono, la barba sbianca anche lei, anche se è quasi sempre troppo corta per accorgersene.
Qualche acciacco in più, un po’ più lento il recupero: dallo sport (quel poco) e dalle sbronze (un po’ più spesso).
Però, tutto sommato, non mi posso lamentare. 
Poi sì, le orde barbariche in casa che scorrazzano e razziano provviste mi ricordano che le mie figlie stanno crescendo. Questo deve voler dire che lo sto facendo anche io, mettiamola così.
E poi, ci sono questi giorni qui. Dove lo scorrere delle cose ti piomba addosso, per farti realizzare che quando la sera spegni la luce, non è solo la chiusura di un’altra giornata di lavoro, di ozio o di quel che è stato. È il tempo che passa, che cambia le cose, che le sposta, che le stravolge talvolta e che le chiude in altri casi. In momenti così, a me personalmente capita di estraniarmi; mi sembra di uscire dal tempo e dallo spazio. Generalmente sono alcuni dei sensi che, stimolati, mi proiettano nei miei ricordi, provocando emozioni che spesso fatico a controllare. La vista di una foto, di un quadro, di un letto, di un soprammobile. Gli odori. Il profumo di un fiore, di una casa o di un dopobarba. E a volte anche i suoni: una musica, la voce di una persona. Basta poco e mi ritrovo fanciullo, ginocchia sbucciate, capelli a scodella, in mezzo a nonni e zii. A cercare di godere di tutte le coccole possibili, a cercare di imparare “i trucchi del mestiere”, a cercare di crescere in fretta, tutto d’un colpo, implorando qualche goccia di vino nell’acqua. Con gli occhi che si illuminavano quando li convincevi, che tanto, in fondo, in fondo era una soddisfazione anche per i nonni e per gli zii vedere che al nipotino piaceva il vino dell’ultima vendemmia. 
Il mio legame a questa terra, a questi valori e ad alcune di queste tradizioni lo devo a loro. Man mano che se ne vanno, sento qualcosa che sfugge, eroso proprio da quel tempo meschino che non mi sembra scorra e che invece fugge veloce. Chissà dove poi.
È stato oltremodo splendido. E per sempre grato.
Fai buon viaggio e saluta i nonni. Sarete felici di riabbracciarvi intorno al tavolo della pinnacola.

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