to my lovely grandma.


ci sono giorni in cui mi viene da sputare fuori qualche pensiero agitato, confuso. poi un po' i ritmi, molto gli interessi assopiscono questo rantolo in gola e mi stancano al punto da restare in pace, stravaccato in un qualche anfratto della mia mente. 
questo, inequivocabilmente toglie ispirazione e sfogo al mio intelletto, prediligendo l'azione al concetto. con buona pace di entrambi.
forse sarebbe sufficiente rallentare, ritagliarsi un buon tempo per riflettere. a random. come la riproduzione casuale della musica sul tuo lettore. parti da un pensiero qualunque, che ti stimolerà verso un altro. e poi un altro. e poi un altro. e così via. una serie di impulsi nervosi capaci di risvegliare riflessioni assopite nei meandri della tua everyday life.
e fino a qui non ho raccontato sostanzialmente nulla. continuerò sulla falsa riga, ben intesi.
un giorno, al contrario, mi piacerebbe raccontare di come un viaggio a madrid, in macchina, abbia cambiato per sempre la mia vita. mi piacerebbe narrare la storia di quel viaggio. i retroscena, le emozioni. potrei iniziare spiegando cosa mi ha spinto a partire, descrivendo la fuga in ogni suo dettaglio. fu pura liberazione. fu una splendida avventura diritto verso l'inizio di una piccola, grande liberazione.
ma non è oggi quel giorno.
oggi, è il giorno dei dadi. da lanciare senza continuità verso il caso.
oggi è il giorno del concetto slegato.
come il tono della sveglia che ti accende gli ingranaggi tutto d'un colpo, come una scena, un odore, una musica che in solo respiro ti lanciano a quando da ragazzino, stavi chiuso nella tua stanza preferita, al solo chiarore della piccola abat-jour. quello era tutto il tuo mondo. lì facevi grandi sogni, ti vedevi da grande ed immaginavi cosa avresti voluto fare. il tuo mondo finiva lì, quelle sere. imparavi ad ascoltare quella che iniziava ad essere la Tua musica. leggevi. sospiravi. pensavi a quella ragazzina. quella speciale.
queste sensazioni sono frutto dei sensi. tutto il resto è contorno, meno romantico, meno irrazionale.
quando ho iniziato a sputare fuori questa roba, come dicevo, avevo una serie di fastidi che spingevano. ho pensato che in fin dei conti, esistono due modi per affrontare la maggior parte delle situazioni. il denominatore comune è la smorfia; il resto è la differenza tra sopracciglia corrucciate e guance segnate da un sorriso. ho sempre pensato che le cose vanno a posto. sempre. si sistemano in un modo o nell'altro, generando un nuovo, differente ed uguale equilibrio. sopra ogni cosa.
quel che mi chiedo sempre più spesso è quanto si possa sopportare. quanto lo si voglia fare. per quanto tempo e con quali sacrifici si stia appesi ad un filo.
guardo gli occhi di vecchi amici e le risposte, alle volte, vengono da sole.
altre volte, i riscontri son celati nelle pieghe del volto di mia nonna. 
un patrimonio inestimabile. 

6 commenti:

Arianna ha detto...

La cosa che dico a me stessa, o a lei, più spesso, quando la penso, è: "Tu sapresti cosa dirmi, sapresti darmi certe risposte, anche solo con uno sguardo".
Le nonne sono così.

Baol ha detto...

Mi piace molto quest'idea del pensiero random, amico mio, molto.

takajiro ha detto...

anche solo con uno sguardo, ari. solo con quello. che invenzione meravigliosa...i nonni!

caro baol, il pensiero random è tutto ciò che mi rimane di sti tempi! ahahahah
felice che ti piaccia ;)

Annachiara ha detto...

Ogni volta che ti leggo mi dico cazzo, ma questo c'ha lo stesso background mio. Dopo, a ben pensare, mi dico che no, tu sei moooolto più giovane.

takajiro ha detto...

Ma va la che sei una ragazzinaaaaaa!!

cooksappe ha detto...

inestimabile!

 

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