Conversazione telepatica.

La comunicazione telepatica con il mio cane, di cui un tempo, risulta un po' disturbata per via dell'eccessiva distanza che ci separa. Pertanto, complice anche una mimica facciale ed una gestualità degli arti di tutto rispetto, discorrevo l'altra sera con il mio pesciolino rosso circa i massimi sistemi. Oddio, per la verità di rosso, il mio pesciolino rosso, ha poco. Giusto qualche striatura verticale ed il muso. Per il resto è grigio (come amo schernirlo io) oppure argento (come ama lodarsi lui) a seconda, comunque, della libera interpretazione del presente. Tralasciando per un secondo solo le quisquiglie: dicevo che complice un'intesa di gesti ed una ricezione telepatica più che buona, discorrevo con il Grigio su alcuni dogmi, sui massimi sistemi che reggono l'universo irrazionale e sulla pesantezza della cucina della mensa aziendale. Ho provato a partire forte, io, l'essere sovra sviluppato. Dei due, s'intende. Ho esordito con un: la vita è breve ed il tempo la consuma, slogan tanto caro ad un amico persiano conosciuto in una delle periodiche gite del sottoscritto. Evidentemente il mio interlocutore non avrebbe potuto prendere la cosa come un'illuminazione buddista, al contrario mi ha mandato a stendere con un "e lo dici a me? che faccio su e giù in una boccia di vetro dal panorama concavo?" Toccato oltre misura dalla violenta locuzione, cubitale se così si può dire, nelle bolle d'ossigeno che gli son sfuggite, ho poi tra l'altro deciso di allestire un acquario. Uno vero, intendo. Con tutti i crismi e le menate e pure vari cugini del mio pesce grigio-rosso-argento, ma giustamente questa è un'altra faccenda. Lì per lì, stordito, ho cercato il bandolo della matassa, vanificando ogni tentativo di prendere la faccenda con le pinze retoriche del caso. Boccia di vetro o meno, per quanto desolato per la ristrettezza della libero arbitrio concesso al mio interlocutore telepatico, mi son sfogato: la voglia di esplorazione ciclicamente punge l'intelletto e non solo quello, il brufolo sulla mia fronte ritengo sia proprio da collegare alla sanissima voglia di scampagnata, fermo restando il solito, annoso e noioso problema. Ed un suo accessorio, per la verità. Il maledetto denaro e l'ancor più fottuto fattore temporale. L'esistenza ormai non è più teatro in cui sguazza (dovuto) l'affamato di conoscenza derivante da evidenze empiriche. Non gli è più permesso dalla frenesia dei nostri tempi. Tutt'al più gli è concessa una mezz'ora d'aria, lo spiffero della finestra in sala, al cospetto del leggendario national geographic. Ci è offerto di sognare od imparare stravaccati sul divano, o nientemeno insegnare al nostro collega in pausa pranzo la lunga e affascinante zuffa corteggiatrice della saiga, che nella steppa asiatica punta la più femmina del branco. Viaggiatori, viaggianti da salvare, non è facile assaporare gusti esotici, profumi inebrianti ed un whiskey irlandese. Masticherei tabacco se solo ne avessi sotto mano. Non so se avete presente quale magia si nascondo dentro i treni a vapore. Fateci caso, mentre telepaticamente vi sfogate con il vostro pesciolino rosso. Per la cronaca, i cugini hanno preso quasi tutti altre strade.

4 commenti:

Curly ha detto...

... mi piacciono veramente i tuoi post! tanto.

Curly ha detto...

Passavo per lasciarti il nuovo url al mio blog: www.mystrangeafterworld.blogspot.com
:-)

Annachiara ha detto...

giangimongi dove sei finito?

takajiro ha detto...

ta daaaaann

 

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